La cementificazione avanza senza sosta soprattutto nelle aree già molto compromesse: il valore è 10 volte maggiore rispetto alle zone meno consumate. A Roma, ad esempio, il consumo cancella, in un solo anno, 57 ettari di aree verdi della città. Record a Milano dove la totalità del consumo di suolo spazza via 11 ettari di aree verdi. In controtendenza Torino che inverte la rotta e inizia a recuperare terreno.

Negli ultimi sei anni secondo le prime stime l’Italia ha perso superfici che erano in grado di produrre tre milioni di quintali di prodotti agricoli e ventimila quintali di prodotti legnosi, nonché di assicurare lo stoccaggio di due milioni di tonnellate di carbonio e l’infiltrazione di oltre 250 milioni di metri cubi di acqua di pioggia che ora, scorrendo in superficie, non sono più disponibili per la ricarica delle falde aggravando la pericolosità idraulica dei nostri territori.

Il recente consumo di suolo produce anche un danno economico potenziale compreso tra i 2 e i 3 miliardi di euro all’anno dovuti alla perdita dei servizi ecosistemici del suolo.

Sono i dati del Rapporto ISPRA-SNPA sul consumo di suolo in Italia nel 2019 presentati da Michele Munafò.

ISPRA e SNPA, all’interno del progetto europeo SOIL4LIFE, stanno lavorando con le Regioni alla realizzazione di Osservatori Regionali sul consumo di suolo, ai quali spetterà il compito di supportare, con il monitoraggio del SNPA sul consumo di suolo, le attività di pianificazione sostenibile del territorio.

I dati del Rapporto confermano l’urgenza di definire al più presto un assetto normativo nazionale sul consumo di suolo, ormai non più differibile”.

Oggi, in una conferenza stampa nella sede nazionale del Nazareno, Andrea Orlando vicesegretario PD insieme a Chiara Braga, responsabile nazionale Agenda 2030 e Sostenibilità, Roberto Morassut responsabile nazionale Infrastrutture, Aree urbane e periferie, Andrea Ferrazzi capogruppo in Commissione Ambiente al Senato hanno illustrato lo stato dei lavori delle proposte Pd in Parlamento.

le principali proposte del Pd sul consumo di suolo

  • Una legge nazionale di principi che affermi con forza il valore del suolo come “bene comune”, come risorsa ambientale non rinnovabile, il principio della sua tutela e valorizzazione anche in funzione al contrasto ai cambiamenti climatici (considerato che gli effetti del cambiamento climatico, in particolare il fenomeno delle isole di calore, sono aggravati da processi di consumo di suolo che sottraggono spazi liberi e verdi e compromettono aree produttive per l’uso agricolo; la perdita dei servizi eco sistemici dovuti allo spreco di suolo è stimata in un valore quasi pari a 3 miliardi di euro annui) anche attraverso norme a salvaguardia delle aree a destinazione e uso agricolo;
  • Il riuso e la rigenerazione urbana, oltre alla limitazione del consumo di suolo, sono principi fondamentali in materia di governo del territorio; affermazione del principio per cui consumo di suolo è consentito esclusivamente nei casi in cui non ci sono alternative consistenti nel riuso delle aree già edificate (es. obbligo censimento entro 1 anno delle aree e edifici dismessi, non utilizzati o abbandonati: presupposto per rilascio di autorizzazioni a edificare che comportano nuovo consumo di suolo);
  • Una legge che si pone in coerenza con obiettivi UE consumo suolo zero entro 2050; dall’entrata in vigore della legge i Comuni non possono approvare piani che prevedono incremento netto di suolo rispetto a piani previgenti;
  • Una legge che possa essere attuata direttamente dalle Regioni, senza complessi passaggi procedurali attuativi a livello centrale o presenza eccessiva di deleghe al Governo; che chiarisca in modo univoco la fase transitoria per non esporre le amministrazioni locali al rischio di inutili contenziosi e che non penalizzi operazioni economiche non speculative;
  • Prevedere una riduzione progressiva del consumo di suolo anche attraverso la progressiva perdita di capacità edificatoria dei suoli edificabili, se non edificati entro termini stabiliti, sia per le previsioni già vigenti, sia per le previsioni dei nuovi strumenti di pianificazione, con legge già a regime;
  • Pacchetto di misure per incentivare e rendere più semplici operazioni di recupero e rigenerazione urbana: riduzioni obbligatorie oneri di urbanizzazioni, maggiorazioni eventuali per edificazioni su aree libere, criteri di priorità per accesso a finanziamenti pubblici per opere pubbliche per Comuni che si dotano di Censimento aree dismesse, possibilità di ricorrere all’esproprio di immobili abbandonati o in degrado per attuare processi di rigenerazione urbana. Non tutte le misure di rigenerazione urbana possono essere definite qui ma è fondamentale che una legge che preveda riduzione del trend di consumo di suolo sia accompagnata da politiche per rendere più conveniente recuperare l’esistente.
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