“Aiuti contro il caro energia per soli 3 mesi. Guerra contro i poveri e favori agli evasori. Poco o nulla per il lavoro e la crescita. Dulcis in fundo (si fa per dire…), da dicembre aumentano benzina e gasolio. È una legge di bilancio che aggraverà la crisi economica e sociale”, così Antonio Misiani, responsabile economia e finanze del PD, interviene sulla Legge di Bilancio.

Lia Quartapelle, responsabile Europa, affari internazionali e cooperazione allo sviluppo, in un tweet scrive: “Giorgia Meloni all’opposizione ammoniva: le accise sulla benzina vanno abolite. Con la sua prima legge di bilancio, rimette le accise sulla benzina che Draghi aveva tolto. Quando si dice la coerenza prima di tutto”.

“Mi dispiace per Giorgia Meloni ma quella varata dal suo governo non è una manovra che ha visione e fa scelte politiche.
È una manovra inadeguata e iniqua che non fronteggerà inflazione e recessione e che accentuerà i divari tra i cittadini. Si limitano a mettere in campo 21 miliardi contro la crisi energetica che saranno sufficienti a coprire non più di 4 mesi.
A ciò si aggiunga che da dicembre aumenteranno benzina e gasolio. Di fronte alla terribile crisi inflattiva, l’esecutivo Meloni si limita a un intervento marginale e non efficace sul taglio del cuneo senza mettere in campo interventi più incisivi che sono riservati esclusivamente ai lavoratori autonomi che, con l’estensione del regime forfettario a 85mila euro, otterranno un vantaggio fiscale assolutamente sproporzionato rispetto ai lavoratori dipendenti. Questa e’ la manovra di un governo che penalizza chi paga le tasse, non combatte l’evasione fiscale, smantella una misura di sostegno contro la povertà e non investe nulla su scuola e sanità. Una legge di bilancio che accentuerà la crisi economica e sociale e che non da’ nessuna risposta ai cittadini più fragili”, così la presidente dei senatori del Pd Simona Malpezzi commenta la conferenza stampa di Giorgia Meloni.

Beatrice Lorenzin, presidente del Gruppo PD al Senato, aggiunge: “La Meloni ci prova ma non ci riesce e per dare contentini agli alleati non risolve a famiglie ed imprese né il problema bollette, né quello dell’inflazione a due cifre che morde salari e pensioni. Nel 2022 abbiamo speso 5 miliardi al mese per caro energia: con 21 miliardi andiamo poco lontano anche perché non c’è nulla per disaccoppiamento gas-rinnovabili e misure per calmierare prezzi. Il mini taglio al cuneo fiscale non da respiro a salari e caro carrello al 12% e impoverisce tutte le famiglie. Era il momento di scelte nette e non delle bandierine della campagna elettorale. È stata sottovalutata ancora una volta dal governo la questione sanitaria. Senza l’aumento del fondo, i prossimi anni saranno critici per servizio sanitario nazionale. La risposta non è il Calderoli, ma l’aumento del fondo per coprire i costi covid delle regioni e lo sblocco dei LEA in conferenza stato regioni. Se non si risolve la questione dei salari e non si affrontano le prospettive degli operatori della sanità, rischiamo che ai pensionati non solo non si da respiro economico ma neanche le cure essenziali e l’assistenza domiciliare. Senza soldi non si canta la messa e i più fragili rischiano di essere schiacciati definitivamente. E senza una netta manovra che tenga insieme taglio del cuneo e aumento del salario anche chi non è povero rischia di scivolare verso condizioni sempre più difficili”.

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