Congresso, significato etimologico “incontrarsi”, definizione: raduno di persone per la messa a punto o la risoluzione di questioni importanti e di comune interesse. È con questo focus che domenica 20 gennaio 2019 si è aperta la Convenzione del Circolo di Limbiate, strumento di lavoro e condivisone delle Mozioni dei candidati alla segreteria nazionale del Partito Democratico.

È stata una fortuna, già una fortuna, poter ascoltare ciò che i candidati hanno proposto ai propri iscritti attraverso coloro che si sono offerti di esporre le diverse e articolate sintesi, espressione della scelta democratica che il nostro Partito compie nonostante critiche ed esternazioni poco intelligenti dei nostri avversari politici.

Questo momento di confronto e partecipazione può, a mio avviso, essere vissuto come opportunità e valore che ci permette di vivere, ancora una volta insieme, questo periodo complesso, isterico e solitario.

Molti ci vorrebbero soli e rassegnati messi all’angolo dalle nostre stesse contraddizioni e invece il congresso è la dimostrazione della voglia di comunità che abbiamo, dove discutere le questioni importanti e di comune interesse.

Vale ancora la pena di essere democratici, anche se questo significa lavoro, impegno e resilienza. Scegliere è ancora un diritto che ci viene riconosciuto e che possiamo rivendicare orgogliosamente. Al posto delle tastiere c’è una rete, al posto dei tasti persone, diverse, laboriose, talvolta frustrate ma ricche e multisfaccettate e rendono il nostro Partito vivo e vitale.

Certo, incontrarsi è solo il punto di partenza ma sottointende il desiderio di dialogo e questo mi sembra un ottimo punto di partenza. Con questo spirito si è svolta la presentazione delle mozioni da parte dei rappresentanti e l’intervento degli iscritti che, attenti, hanno espresso il proprio voto e le proprie idee.

Sarebbe difficile riassumere i diversi e diversificati interventi ma ho ascoltato con attenzione, durante il dibattito, termini come lealtà, intesa come valore intra e inter Partito da riscoprire e rivitalizzare, rete, necessaria e più che mai attuale forma di collaborazione che deve essere studiata e compresa per essere utilizzata al meglio, ecologia della politica, che deve ammettere gli errori e saper trasmettere i propri contenuti, protezione e ascolto del bisogno reale che si esplichi in buone pratiche e ridistribuzione efficace.

L'unica domanda “elusa” dai relatori e dal gruppo è stata quella posta, in ultima analisi, dalla più giovane del Circolo che riguarda le emozioni. I giovani vivono di emozioni, le sentono dentro, forti, che spingono e loro si muovono rispondendo ad esse talvolta con ingegno altre sbagliando. È vero sbagliando si impara, si matura, ma si perde anche parte della capacità di sentire ciò che si vive con trasporto ed entusiasmo.

Noi, comunità, partito, adulti dovremmo mantenere viva questa capacità non come idea romantica di cambiamento, tipica della gioventù, ma come spinta alla gioia di vivere e alla realizzazione, tipica dell’essere umano, che si alimenta dei successi e delle sconfitte senza smettere di esistere.

Se attraverso questa riflessione proviamo ad analizzare ciò che ci piace fare, il nostro lavoro, le idee politiche e di società non significa smettere di prendere decisioni scomode o di percepire l’importanza di ciò che si sta facendo in barba a chi snobba lavoro e impegno per esaltare superficialità e arroganza.

L’ascolto attivo è, secondo me, la vera sfida del nostro congresso, a livello locale e nazionale, e delle scelte, anche politiche sopratutto se proiettate verso il futuro.

Cristina Ursino, Segretario del Circolo PD di Limbiate

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