Delrio: “Ora pensiamo alla società”

“Un PD pugnace è quello che fa la guerra alla guerra: c’è da combattere per far cessare subito una guerra ingiusta provocata dalle smanie di potenza, per far cessare inutili sofferenze alla popolazione civile che è la vera vittima della guerra. La guerra è la sconfitta della politica. E quindi penso che ora sia necessario e possibile un salto di qualità politico che ponga fine a questo conflitto”, Graziano Delrio, inizia così la sua intervista al Riformista parlando del conflitto in Ucraina, e aggiunge: “L’aggressione della Russia all’Ucraina non è giustificata, né giustificabile. Noi abbiamo chiaro in testa di chi siano le responsabilità della guerra e anche la necessità di fermarla, perché la pace non significa arrendersi alla logica del più forte, ma combattereper ristabilire la giustizia”.

Prosegue affrontando il tema del dopo elezioni: “Sono per una riflessione radicale e profonda altrimenti non rispetteremmo l’esito delle elezioni. Ci si ritrova solo uscendo da se stessi verso le angosce e le speranze della vita quotidiana. Abbiamo bisogno di riscoprire parole chiave come attenzione e vicinanza. Attenzione agli ultimi e alle solitudini e vicinanza alle speranze ed alle fatiche di chi sta nel mondo del lavoro, operai ed imprenditori. Non esiste una identità di sinistra se non è fondata sulla lotta per l’uguaglianza.

La nostra identità si definirà sulle battaglie che combatteremo: in primo luogo quelle per la dignità sociale dei cittadini e del lavoro. E anche su una agenda di opposizione seria e costruttiva ad un governo che ha promesso grandi cose improbabili da realizzare. Ripeto che le risposte non sono dentro di noi, in un processo di autoanalisi infinita, ma fuori di noi lasciandoci interrogare e penetrare dalle sofferenze, dalle angosce e dalle speranze del nostro popolo, che ha un bisogno forte di comunità, di appartenenza comunitaria”.

Delrio chiude: “Dobbiamo vivere la stagione dell’opposizione come l’occasione per rigenerare la nostra identità e la nostra proposta. Il congresso deve essere dedicato non alle alchimie elettorali ma alla società italiana e alle risposte alla sue domande. Non si può pretendere di rappresentare qualcuno senza avere relazioni costanti e profonde con le associazioni che si prendono cura dei beni comuni come l’ambiente o la scuola o con chi si prende cura di salvare il lavoro che è il vero pilastro della cittadinanza. Alleanza con chi crea legami sociali e comunitari: ecco la alleanza da rafforzare e ricostruire nei prossimi anni con pazienza. Verranno tempi per raccogliere se si sarà seminato con cura”.

Sintesi dell’intervista di Umberto De Giovannangeli su Il Riformista

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