“Altro che manovra ‘prudente e realista’: quella della Meloni è una maxi ipoteca da quindici miliardi per il futuro. Il governo ha sprecato tempo prezioso e ora deve dimostrare di esistere”.
Antonio Misiani, deputato PD e responsabile economico del partito di Elly Schlein, boccia il documento programmatico di bilancio approvato ieri da Palazzo Chigi.
“Non mi sembra né serio né prudente ipotecare per il futuro 15 miliardi di euro: il taglio del cuneo e la riforma Irpef sono coperti solo per il 2024, e chiunque governerà dal 2025 in avanti dovrà trovare un modo di rifinanziarli“.
“Noi avremmo concentrato le risorse su difesa del potere d’acquisto, sanità, scuola e trasporti. Il governo si lamenta di una coperta troppo corta, ma in un anno non ha fatto nulla per allungarla.
Niente contro l’evasione fiscale, anzi 14 condoni in meno di 12 mesi. Revisione della spesa? Manco a parlarne, solo tagli ai fondi contro la povertà e all’indicizzazione delle pensioni.
E ora che sono in braghe di tela, buttano 5 miliardi per una riforma Irpef sbagliata, impercettibile e per un solo anno”.
“Le responsabilità sul Superbonus – ammette Misiani – sono collettive. Di tutte o quasi le forze politiche, economiche e sociali. Andava ridimensionato molto prima”.
Il PD lamentava tagli alla sanità. Alla fine invece sono stati stanziati tre miliardi, solo uno in meno rispetto alla richiesta delle regioni. “Evidentemente – dice Misiani – la nostra pressione qualcosa ha prodotto, ma siamo molto lontani da quanto servirebbe per salvare la sanità pubblica. Nel 2024 torneremo al livello di spesa in rapporto al Pil di prima del Covid e ci allontaneremo dal resto d’Europa”.
La cosa che più di tutte stupisce il PD è la richiesta del governo ai parlamentari di maggioranza di non presentare emendamenti. Una questione di serietà, pensa Meloni; “un’umiliazione senza precedenti”, la definisce invece Misiani.
“Se i colleghi della maggioranza accettano di farsi ridurre a schiacciabottoni, certificano la loro inutilità. Si ribellino“.