Tra una settimana la liberazione dell'Italia dal nazifascismo compirà 80 anni.
Un compleanno speciale per una ricorrenza che rappresenta una delle date più importanti per la storia del nostro Paese avendo restituito a noi italiani la libertà e la possibilità di determinare il nostro futuro.
Da quel 25 Aprile 1945 un paese impoverito, distrutto dalla guerra, in crisi economica, con bassa scolarizzazione avviava un percorso di riscatto democratico, economico e sociale che ci ha permesso nel giro di qualche decennio di diventare una delle realtà economiche ed industriali più importanti del mondo.
La Liberazione è riuscita perché ha saputo unire chi ha voluto resistere e conquistare la libertà contro chi invece ancora sposava l'ideologia fascista, la violenza e la discriminazione razziale che ha portato in Italia ed in Europa la vergogna e il dramma dei campi di concentramento.
Tra i tanti contributi che ci ha lasciato mi vengono in mente queste parole di Calamandrei: “furono la partecipazione popolare e la spinta dal basso a riproporre con forza l’antifascismo come fondamento della religione civile del nostro paese.”
Anche la Brianza ha conosciuto e vissuto questo protagonismo popolare e dal basso. Quanti racconti ciascuno di noi ha avuto la fortuna di sentire dai propri nonni a proposito di aneddoti ed episodi che hanno animato i nostri paesi e le nostre città: semplici cittadini, preti, insegnanti, medici, infermieri, lavoratori, donne e uomini che hanno corso il rischio di morire anche solo per nascondere o dare rifugio ai partigiani che avevano deciso di imbracciare il fucile per liberare la nostra terra.
Ricordiamo spesso i nostri caduti, le persone morte in quel periodo storico anche grazie alla straordinaria iniziativa delle pietre di inciampo che riporta in ogni comune della nostra provincia tra le altre anche la storia di chi è stato protagonista e vittima della lotta di liberazione sacrificando la propria vita nel nome della libertà.
80 anni nell'arco della storia non sono tanti eppure sento di dover scrivere queste parole non solo in qualità di segretario provinciale del PD ma anche come brianzolo che si sente profondamente legato a questo territorio. Infatti non posso esimermi dal non denunciare pubblicamente che è inaccettabile vedere amministrazioni comunali della nostra provincia non esporre lo striscione che l'associazione nazionale partigiani italiani ha proposto ad ogni comune. Questo striscione, privo di loghi e simboli, semplicemente recita: 1945-2025 80° ANNIVERSARIO della LIBERAZIONE.
Sono ben 20 comuni in Brianza (Aicurzio, Besana in Brianza, Biassono, Bovisio Masciago, Briosco, Cogliate, Concorezzo, Giussano, Lazzate, Lentate sul Seveso, Lissone, Macherio, Mezzago, Misinto, Muggiò, Renate, Roncello, Seveso, Sovico e Vedano al Lambro) e tutti di centrodestra a non averlo fatto; ma non solo, alcuni di questi hanno deciso persino di non includere ed invitare l'ANPI alle celebrazioni della liberazione che hanno organizzato. E' una vergogna!
Si legge di tutto in questi giorni sui giornali locali, le scuse più assurde che giungono da alcuni Amministratori e partiti della destra brianzola coinvolti rasentano il revisionismo storico. Verrebbe anche da ridere davanti a certe affermazioni se non fosse però che parliamo della nostra storia, dei nostri morti e di eroi civili che ci hanno restituito la libertà.
Io penso che sia giusto che tutti i cittadini conoscano questa scelta assurda e mi appello alle forze civiche e liberali che fanno parte di quelle Amministrazioni affinché non si girino dall'altra parte ed esortino i loro Sindaci a dare il giusto significato al 25 Aprile, a coinvolgere l'ANPI nelle celebrazioni e ad esporre uno striscione che è patrimonio di tutte e tutti i cittadini
Il 25 Aprile è il fondamento su cui poggia la Costituzione Italiana e su cui i Sindaci giurano. È loro compito, nel loro ruolo Istituzionale, proteggere la memoria, diffondere la storia e i valori dell'antifascismo e della Resistenza che della Costituzione sono il fondamento.
Nel mondo di oggi davanti ai rigurgiti autoritari e alle minacce antidemocratiche non possiamo più voltarci dall'altra parte. Riconoscere senza se e senza ma la Liberazione vuol dire sapere che senza consapevolezza di quali siano le radici della nostra democrazia non saremo mai in grado di difenderla. Per questo auspico che nei prossimi giorni questi comuni ripensino alle loro scelte.
La speranza è che il rispetto per la nostra storia e il buon senso prevalgono.
Per quanto riguarda noi saremo nelle piazze di ogni nostro comune.
W la Resistenza, W la Democrazia, W l'Italia liberata.
Lorenzo Sala
Segretario Provinciale PD Monza e Brianza