“Giorgia Meloni smantella l’unico strumento di protezione sociale, il reddito di cittadinanza, con una mano e poi offre una mancetta con l’altra, una cifra che insulta la dignità delle persone e non cambierà la vita di nessuna famiglia in difficoltà: i 382 euro della carta per l’acquisto di generi alimentari di prima necessità corrispondono a circa 30 euro al mese, meno di un euro al giorno. E andranno solo a nuclei familiari di tre persone con Isee fino a 15 mila euro, lasciando fuori le persone anziane che vivono da sole e tutti i percettori del reddito di cittadinanza. È una misura che esclude i comuni e i servizi sociali che invece conoscono le situazioni più critiche sul territorio”, lo dichiara la segretaria del Pd Elly Schlein, e aggiunge: “Continua intanto l’assordante silenzio della presidente del Consiglio sulla proposta di salario minimo: è l’Istat, e non l’opposizione, a certificare che aiuterebbe 3.5 milioni di lavoratrici e lavoratori. Con l’inflazione alle stelle, soprattutto sui generi alimentari, il governo abbia almeno la decenza di non sbandierare ai quattro venti un intervento che avrà un impatto zero su tante persone in difficoltà.”
“Una presentazione in pompa magna, per mascherare con la propaganda l’accanimento sui più fragili. Questa è la social card. Una misura sottofinanziata, a carattere una tantum, di poco più di un euro al giorno, che esclude proprio i più poveri, cioè quei nuclei familiari che, pur disponendo di un ISEE inferiore ai 15mila euro, siano composti da meno di tre persone o abbiano percepito altre indennità per combattere la povertà. Per esempio, anziani soli o conviventi con altri anziani, che rappresentano una delle aree a maggiore disagio economico e sociale, non avranno diritto alla card.
Non solo: saranno escluse tutte le famiglie che, seppur in condizione di grave povertà, non hanno prodotto l’indicatore della situazione economica. Prima mettono in strada oltre 630mila famiglie togliendo il fondo affitti e contro la morosità incolpevole, poi aboliscono il reddito di cittadinanza lasciando 400 mila famiglie senza aiuti, infine la presa in giro, degna di un governo ipocrita che pensa di sostituire la finzione con la realtà, a milioni di persone che non arrivano a fine mese”. Lo scrive in una nota Marco Furfaro, della segreteria Pd, responsabile iniziative politiche, contrasto alle diseguaglianze e welfare.
Le fa eco in una nota Marta Bonafoni, coordinatrice della segreteria nazionale del Partito Democratico, con delega a Terzo Settore e associazionismo, e consigliera regionale del Lazio: “La social card, presentata con i toni delle grandi occasioni dal ministro Lollobrigida, è l’ennesimo schiaffo in faccia ai poveri da parte di un governo che ha già cancellato tutte le misure in campo per sostenere e supportare persone e nuclei familiari fragili del Paese. Una misura offensiva e inutile, una tantum e con poco più di un euro al giorno di plafond. Che restringe la platea dei destinatari ai soli nuclei familiari composti da più di tre persone, escludendo di fatto anziani soli o conviventi, oltre alle famiglie che non hanno prodotto l’ISEE. Tagliando fuori, cioè, una parte importante di quell’Italia che vive sulla propria pelle ogni giorno il disagio economico e sociale”. Bonafoni chiude: “Dopo il taglio del fondo affitti e l’abolizione del reddito di cittadinanza, il governo Meloni lascia per strada un altro pezzo di Paese, continuando nell’opera di colpevolizzazione della povertà e di rappresentazione di un’Italia finta, un quadro da cui ha scelto di eliminare milioni di persone che fanno difficoltà ad arrivare a fine mese”.
“Ma cosa hanno fatto di male i poveri a questo Governo? Prima l’abolizione del Reddito di Cittadinanza e del fondo affitti. Ora una social card che concede una mancia, poco più di un euro al giorno a fronte di una crisi sociale senza precedenti, e soprattutto esclude proprio le fasce più bisognose. È la nuova strategia del Governo: prima la guerra contro i poveri e ora la guerra tra poveri”. Così in una nota Giuseppe Provenzano, responsabile Esteri, Europa, Cooperazione internazionale.
“Non ci si può credere: una social card per acquistare beni di prima necessità che erogherà 382 euro complessivi fino alla fine dell’anno a famiglie composte da più di tre persone che hanno un ISEE inferiore ai 15mila euro e non percepiscono nessun altro sussidio”, interviene Marina Sereni, responsabile nazionale Sanità, e continua: “Dopo aver smantellato il Reddito di Cittadinanza e dopo aver cancellato il fondo per gli affitti il Governo tenta di spacciare un contributo irrisorio e temporaneo come una misura a sostegno delle fasce deboli. Lasciando soli gli anziani soli che vivono di pensioni poverissime. O i giovani precari costretti ad accettare contratti da fame. Non hanno vergogna?”. Marina Sereni chiude: “Mentre rifiutano di discutere di salario minimo e di una vera misura di contrasto universale della povertà hanno la faccia tosta di tenere pure una conferenza stampa, per fare un po’ di propaganda sulla pelle dei più poveri”.
“Dedicata a te sembra il titolo di una canzone, invece è solo una presa in giro dedicata a tutti quelli che davvero faticano a riempire il carrello della spesa. Non serve l’elemosina, ma un piano strutturale contro la povertà e contro il caro vita. Servono idee, non titoli”, lo scrive in un tweet Stefania Gasparini, Presidente della Commissione Nazionale di Garanzia del Partito Democratico.
“Hanno azzerato i fondi per le famiglie in affitto più fragili. Hanno tagliato del 28 per cento gli stanziamenti contro la povertà, lasciando 500 mila famiglie senza sostegno. E ora pensano di cavarsela con una card una tantum che vale un euro al giorno. È una presa in giro”, così su Twitter Antonio Misiani, responsabile Economia e Infrastrutture.
Gli fa eco Debora Serracchiani, responsabile nazionale Giustizia, che in un tweet scrive: “”Prima si sono accaniti contro i poveri, ora li prendono in giro. La ‘social card’ di social ha solo il video della Presidente del consiglio. Non aiuta chi soffre l’aumento dei prezzi ed esclude chi è più in difficoltà. Un euro al giorno, una tantum. C’è un limite alla propaganda”.
“Prima la mannaia sul Rdc a danno di 400mila famiglie, poi il no al salario minimo proposto dall’opposizione per 3 milioni di lavoratori e lavoratrici. Per la destra la dignità delle persone, soprattutto quelle più esposte economicamente, non è al centro dell’agenda politica. Il governo preferisce criminalizzare la povertà e promuovere misure spot che sono insufficienti, sul piano dell’investimento e della copertura sociale, e che non incidono sulla reale condizioni di difficoltà di famiglie e persone fragili. Con la card “Dedicata a te” si conferma il problema di fondo: a questo Governo manca una visione a lungo respiro fatta di interventi strutturali per incidere positivamente sul potere di acquisto, contrastare l’inflazione in particolare alimentare, aumentare i salari, favorire l’occupazione in quantità e qualità. Una tantum, nei fatti da 1 euro al giorno, con il requisito ISEE di 15 mila euro: più che una possibilità, un insulto a chi ha davvero bisogno”. Lo afferma in una nota Camilla Laureti, eurodeputata Pd e responsabile Politiche Agricole.
“Come sottolineano molti sindaci e sindache, la ‘social card’ è uno schiaffo ai bisogni delle persone che si trovano in una condizione di povertà. Peraltro la sua applicazione è una vera e propria babele tra INPS e Poste Italiane, con i Comuni che diventano meri esecutori, a proprie spese, delle notifiche della erogazione agli aventi diritto, senza alcun coinvolgimento né voce sulla individuazione dei destinatari. Al di là della esiguità della misura, lesiva della dignità anche di chi la riceve, non si capisce perché estromettere i Comuni e Servizi Sociali che, data la prossimità, sono in grado di utilizzare queste risorse in modo più mirato, più snello e più efficace. Come già ampiamente dimostrato durante il Covid19”, a dirlo in una nota è Stefania Bonaldi, responsabile Pubblica amministrazione, Professioni e Innovazione in Segreteria nazionale del Partito Democratico.
“Non entra loro in testa che il lavoro non può essere pagato sotto una certa soglia. Che i contratti vanno adeguati all’inflazione. Che serve una misura universale contro la povertà. Concepiscono solo un’elemosina una tantum, la social card, di cui si deve ringraziare il governo”, lo scrive su Twitter Alfredo D’Attorre, responsabile Università.