L’Assemblea nazionale
premesso che:
nell’attuale fase storica e politica è divenuto ancora più urgente assumere posizioni chiare e definite nel contrasto delle discriminazioni e delle disuguaglianze, e in particolare di quelle legate a profili della dignità e dell’identità delle persone, oltre che alla loro materiale condizione di vita; in particolare, il riconoscimento e la tutela dei diritti civili e dei diritti sociali è un elemento essenziale della lotta per la pari dignità, perché senza diritti, doveri e responsabilità non c’è eguaglianza;
da un lato, infatti, l’emergenza pandemica ha fatto esplodere disuguaglianze latenti, da quelle legate al genere, all’orientamento sessuale e all’identità di genere a quelle legate all’accesso al lavoro, alle cure e a condizioni di vita dignitose;
dall’altro, il mutato scenario politico-parlamentare impone di dare voce, in Parlamento, a istanze di riconoscimento e tutela di diritti che rischiano di rimanere marginali e che, invece, sono profondamente avvertite dalla base del Partito e dal suo elettorato, anche in termini identitari;
il Partito democratico attraversa un momento decisivo della propria storia, in cui è chiamato a ridefinire la propria identità e i propri orizzonti culturali per poter elaborare una nuova visione dell’Italia del futuro; in questo lavoro collettivo di ricostruzione i desideri e le necessità delle persone – e dunque, i diritti civili e i diritti sociali insieme – devono assumere un rilievo centrale, coerentemente con gli articoli 2 e 3 della Costituzione, faro della nostra azione politica;
solo un Partito chiaramente posizionato su questi temi è infatti in grado di dire se immaginiamo, per i prossimi decenni, un’Italia in cui tutte le differenze siano una risorsa e una ricchezza per la crescita dell’intera comunità, piuttosto che un pericolo da cui guardarsi, riproponendo tradizionali dinamiche di esclusione e marginalizzazione;
Considerato che:
molte sono le sfide attualmente aperte, sia in Parlamento che nel Paese, su questi temi, e che il Partito democratico deve essere in grado di interpretarle orientandole verso un futuro di eguaglianza, inclusione e pari dignità;
dalla legge contro l’omolesbobitransfobia, la misoginia e l’abilismo, all’introduzione di regole paritarie sull’attribuzione del cognome ai figli, dall’esigenza indifferibile di dare risposta al monito della Corte costituzionale su questioni come la tutela della dignità alla fine della vita e il riconoscimento dei diritti delle bambine e dei bambini delle famiglie arcobaleno, fino all’urgenza di
riaprire la discussione sulla modifica della legge sulla cittadinanza e su una radicale riforma del diritto dell’immigrazione, il Partito democratico non può rinunciare a far sentire con chiarezza la propria voce, in modo credibile e unitario, facendosi riconoscere dal proprio elettorato e dal Paese come partito dei diritti e della solidarietà;
a queste sfide altre se ne aggiungono, sulle quali è necessario aprire una discussione franca anche nel PD, come ad esempio l’estensione dell’accesso al matrimonio a tutte le coppie, indipendentemente dal loro orientamento sessuale; la piena garanzia della dignità delle persone trans e non binarie, assicurando il riconoscimento dell’autodeterminazione di ogni persona sul proprio corpo, tutelando salute e dignità assieme; la tutela della dignità delle detenute e dei detenuti;
questi campi di lotta sono profondamente collegati tra loro e condividono con le lotte delle donne per la pari dignità e la piena cittadinanza un comune orizzonte di libertà, eguaglianza, inclusione; non è possibile dimenticare, a questo proposito, l’attacco cui sono attualmente sottoposte, in molti luoghi del Paese e sul piano politico come su quello culturale, la legge 194/1978, e – più in generale – l’autonomia delle donne in ambito riproduttivo, affettivo, familiare, lavorativo;
impegna il Segretario nazionale
a mettere dignità e diritti, civili e sociali insieme, al centro dell’azione del PD, facendone il perno della ricostruzione di una identità e di un progetto politico condiviso e unitario, saldamente incentrato sulla lotta a tutte le disuguaglianze;
a sostenere, nell’immediato, l’iter parlamentare della legge contro l’omolesbobitransfobia, la misoginia e l’abilismo, con l’obiettivo di ottenere la sua definitiva approvazione, in tempi rapidi, da parte del Senato;
ad avviare, nel Partito e nel Paese, una discussione aperta sul modo di costruire, insieme, una società più inclusiva, libera e giusta.
Monica Cirinnà
Laura Boldrini
Alessandro Zan
Sergio Lo Giudice
Brando Benifei
Pierfrancesco Majorino
Lamberto Bertolè
Paola Bocci
Caterina Bonetti
Giuliana Casartelli
Simonetta D’Amico
Diana De Marchi
Irene Deval
Elena Ceretto Castigliano
Mattia Franceschelli
Paolo Furia
Lara Galli
Nadira Haraigue
Giorgio Laguzzi
Annalisa Lamazzi
Nicoletta Leo
Roberta Li Calzi
Massimo Maisto
Lorenzo Massarenti
Luciano Mazzuccato
Gabriella Montera
Marco Pacciotti
Lorenzo Pacini
Giulia Pelucchi
Federico Quadrelli
Carla Rocca
Carmela Rozza
Marco Sarracino
Davide Skenderi
Veronica Tentori