Una storia quotidiana. La scuola deve tornare ad essere lo spazio di vita che fa crescere i nostri ragazzi, e crediamo che il vaccino sia un buon punto di partenza per una scuola sicura e stimolante.

Ripensare alla scuola significa rimodulazione degli spazi, accesso alla tecnologia per tutti gli studenti, maggiore e più stretta collaborazione tra le Amministrazioni locali e Dirigenza Scolastica, lotta alla dispersione scolastica con progetti di inclusione sociale e integrazione tra scuola, sport e territorio, condivisione del Piano per il Diritto allo Studio per essere più vicini agli studenti in difficoltà.

Dobbiamo avere uno sguardo nuovo, senza retorica, perché lo studio è vita.

 

“Siamo ad agosto ma queste 'poche righe' raccontano di un vissuto che ancora si sente sulla pelle e che, man mano che passano i giorni, brucia di nuovo. Condividiamo questo messaggio con un misto di tristezza e speranza: non è ancora finita, la pandemia è ancora tra noi ma le parole appassionate di questo insegnante ci fanno, ancora una volta, capire quanta ricchezza possiamo trovare nelle nostre scuole. Tra pochi giorni saremo di nuovo in classe, il vaccino fa ancora da padrone nel dialogo comune e istituzionale, tornare a scuola rischia di essere, di nuovo, un supplizio in cui insegnanti, ragazzi e famiglie si trovano ad affrontare problemi organizzativi invece di aprire la mente alla conoscenza, alla creatività e alla pedagogia.

La pandemia ha imposto un nuovo modo di vivere la relazione tra noi adulti: insegnanti, personale amministrativo, collaboratori scolastici.
Un ambiente è vivo nel momento in cui è animato in tutto e per tutto! Indubbiamente questo ci è venuto a mancare!

Andare a scuola non è stato facile, preoccupati e condizionati del rispetto delle regole; in sala professori si cerca di evitare assembramenti, una chiacchierata e via, ci si limita all’indispensabile, anche quando si accede alla segreteria, o si ha a che fare con l’utilizzo degli ambienti, come le aule, i laboratori, i servizi, tutti quanti scrupolosamente igienizzati.

Il rapporto con gli alunni e le loro famiglie è stato il banco di prova del nostro agire: mi sento di affermare che abbiamo fatto tutto il possibile!
Di fronte alla fragilità, all’instabilità emotiva che molti hanno manifestato, o alla precarietà in cui versano molte famiglie, abbiamo dato la nostra disponibilità: telefonando a casa, incontrando famiglie e ragazzi in colloqui on line, o a volte in presenza a scuola, cercando di far sentire loro la scuola vicina, che non li ha abbandonati… abbiamo tentato, insomma, con semplici e quotidiani gesti di continuare una relazione educativa che ci sembra prioritaria, soprattutto in questo periodo.

La vera normalità sarà quella della campanella che scandisce le ore, delle classi piene e del rumore di vita che caratterizza la scuola.”

Un insegnante limbiatese 

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