Presi in giro i pendolari e i Sindaci del territorio.
Scaduto il termine del 30 giugno
, non si sono visti atti di proroga da parte del Governo sui finanziamenti per la riqualificazione del tram della Comasina e molti qui ora temono che i lavori non partiranno mai, per mancanza di fondi.

A ricordare la scadenza dei 30 giugno al ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini ci avevano pensato i comuni coinvolti nella tratta, da Limbiate a Milano, passando per Varedo, Senago, Paderno Dugnano e Cormano, con due lettere, e i Comitati dei pendolari ex utenti del tram, con ben quattro lettere, tutte rimaste senza risposte. Solo nei giorni scorsi il ministro aveva riscontrato le richieste dei sindaci, dando rassicurazioni personali sulla fattibilità dell’intervento. "Sono consapevole delle criticità rappresentate e ho dato mandato agli uffici competenti del Ministero affinché si possano reperire le risorse statali necessarie a garantire l’effettiva realizzazione dell’opera", scriveva Salvini qualche giorno fa.

Ma ad oggi nessuna comunicazione tecnica formale di proroga dei termini, come confermato ieri dal Comune di Milano. A questo punto, proverà a fare chiarezza sulla situazione la parlamentare Silvia Roggiani (Pd) che proprio ieri ha depositato un’interrogazione a risposta scritta rivolta al ministro Salvini per capire quanto resta effettivamente del finanziamento statale a copertura della riqualificazione della tranvia Limbiate-Milano e se si ha intenzione di coprire gli extracosti. "Nel frattempo bisognerà anche rifare i conti con il nuovo listino prezzi di Regione Lombardia, che sarà diffuso proprio domani e che immaginiamo porterà nuovi aumenti sui costi delle materie prime", sottolinea il consigliere regionale del Pd, Gigi Ponti, che l’altro giorno ha portato nell’aula del Pirellone una mozione urgente per chiedere alla giunta regionale un intervento sul Governo a favore del tram, respinta dalla maggioranza.
"C’è il rischio concreto che una buona parte dei finanziamenti sia andato perduto per il mancato rispetto del termine del 30 giugno che era una obbligazione giuridicamente vincolante". Mentre erano ancora da trovare i 26 milioni di extracosti emersi con il progetto definitivo approvato dal Comune di Limbiate lo scorso mese di dicembre, che ha un preventivo di spesa di 179 milioni di euro (di cui coperti sulla carta solo 153, tra Stato, Regione, Province e Comuni) e che con il nuovo listino prezzi potrebbero già essere di più, la situazione diventerebbe ancora più drammatica se "sparissero" altre decine di milioni assegnati al tram per decorrenza dei termini.

Qualcosa di molto simile era già accaduto nel 2012, quando il finanziamento statale per la riqualificazione della linea Limbiate-Milano fu dirottato su Expo 2015, lasciando con un pugno di mosche i sostenitori del tram della Comasina, costretti a subire nei 10 anni successivi ben due sospensioni temporanee del servizio (5 mesi nel 2012, 3 mesi nel 2017) fino alla soppressione definitiva del 30 settembre 2022, sempre per lo stesso motivo, ovvero per la mancanza dei requisiti di sicurezza imposti dal trasporto pubblico su rotaia. "Noi continuiamo a sperare in una svolta positiva, ma non nascondiamo che oggi prevale un certo pessimismo per la piega che sta prendendo questa vicenda" -dice Michele Reggiani, portavoce del gruppo Salviamo il tram della Comasina, che insieme all’associazione Utenti trasporto pubblico ha scritto per quattro volte a Salvini, sollecitando iniziative concrete.

"Come scriviamo nell’ultima lettera, purtroppo ci sentiamo presi in giro, perché non vediamo azioni concrete a sostegno del rilancio di questa linea che ha sempre raccolto l’apprezzamento di migliaia di pendolari per la sua puntualità e comodità, fino alla soppressione".

da ilgiorno.it

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