Un cittadino si confronta sul tema. La desertificazione della città, che un distretto del commercio vorrebbe quantomeno nelle intenzioni attenuare, sconta l’incombere di processi apparente­mente inesorabili nel loro procedere: i centri commerciali accentrano attività e volumi in un solo luogo, mettendo fuori mercato i negozi non competitivi, i ne­gozi che si salvano nei quartieri sono quelli che tentano di specializzarsi in ciò che nel centro commerciale non si trova, con alterne fortune di successo secondo il tessuto sociale di riferimen­to.

Su questa situazione, presente in molti territori, causa covid smart working e naturale evoluzione delle pos­sibilità applicative della tecnologia sui comportamenti di fruizione, si abbatte il fenomeno dell’acquisto online di una molteplicità di beni e servizi come mai visto prima, producendo con ciò ulte­riori spazi di desertificazione non solo della città, ma anche il possibile decadere, a medio termine, della stessa funzione dei centri commerciali e della GDO in generale.

Sarebbe opportuno fare qualche considerazione in merito, quando s’intende “progettare” un Distretto del Commercio, per ora, a supporto di ciò che intendo essere un SERIO problema, mi limito riportare alcune acute osservazioni dell’urbani­sta franco-colombiano Carlos Moreno, che bene esprimono il concetto, (tratte da “La Lettura”, inserto del Corriere della Sera del 30/01/2022): “Dal 2016 ad oggi ho reso popolare l’idea della città del quarto d’ora, strutturata in più quartieri dove il cittadino possa trovare tutto il necessario per la vita sociale-lavoro, scuola, negozi, medico, cinema o palestre, sportelli amministrativi alla distanza di massimo 15 minuti da casa, a pedi o in bicicletta ,il progetto di città del quarto d’ora...

Ma in queste setti­mane (riferendosi a Parigi) si assiste ad una tendenza esattamente inversa: il cittadino non si muove, resta in casa, e i 15 minuti sono quelli che servono ai fattorini per attraversare il quartiere e rifornirlo a domicilio. La mia idea rispondeva al bisogno di rimettere il cit­tadino al cuore della città, facilitare le relazioni sociali, combattere la nevrosi, l’inquinamento delle code per il traffico e gli aspetti stranianti, mentre la città del quarto d’ora permette alle persone di incontrarsi. Le consegne in 15 minuti invece rappresentano il contrario della mia visione, mi sembrano portare ad un nuovo schiavismo...”.

Il modello “città del quarto d’ora” è or­mai fatto proprio da molti architetti, Ste­fano Boeri, tanto per citarne uno noto ai più digiuni sull’argomento, e Lim­biate, essendo urbanamente a layout molto diffuso, potrebbe certo essere oggetto di una sapiente ristrutturazione in tal senso, purché il progetto di riqualificazione urbana, ai fini della valorizzazione delle attività commerciali coinvolte sul territorio, tenga in con­siderazione le difficoltà oggettive del far “quadrare” la vivibilità “fisica” della città con le innegabili “comodità” che la modalità online garantisce. È indubbia­mente una sfida.

Insomma, dovremo porre la giusta attenzione quando l’Amministrazione illustrerà le intenzioni in merito (ancorchè frutto della sapienza d’insigne architet­to Giovanni Fontana da Bussolengo - VE, un’analisi preliminare per la modi­ca cifra di cinquemila euro c.a), perché non siano l’ennesimo “rendering” che copre un fondale operativo inesistente.

Roberto Tosi

Il Circolo di Cesano Maderno ci aiuta a rispondere alla lettera.

Gentile Roberto, rispondiamo con grande piacere alla sua sollecitazione sul tema importante dei Distretti del Commercio.

Regione Lombardia ha riconosciuto il Distretto del Commercio delle Groane e del Fiume Seveso che coinvolge i terri­tori comunali di Cesano Maderno, Seve­so e Barlassina con Decreto n. 1184 del 07/02/2022. Un riconoscimento ottenuto in tempi record, a dimostrazione dell’im­portanza e della valenza delle proget­tualità sviluppate e da sviluppare, ma anche del metodo adottato, quello della collaborazione tra Istituzioni.

Fare rete, sviluppare sinergie, lavorare insieme nell’interesse dei cittadini e del sistema economico del territorio: questo spirito di collaborazione rappresenta la strategia che guiderà l’evolversi dell’iniziativa. Una scelta plasticamente rap­presentata dall’incontro, nella serata di giovedì 24 febbraio, nella Sala Consiliare del Comune di Cesano Maderno, ca­pofila dell’iniziativa, di tutti gli attori del progetto, in rappresentanza dei tre Co­muni aderenti e delle realtà partner del Distretto. Presenti il Sindaco Maurilio Longhin, l’Assessora al Commercio di Cesano Maderno Marianna Ballerini, insieme alla Dirigente d’Area e Coman­dante della Polizia Locale, Francesca Telloli; il Sindaco di Barlassina, Pierma­rio Galli; il Sindaco di Seveso, Alessia Borroni e l’Assessore con delega al Commercio, Marco Mastrandrea, con il Dirigente e Comandante della Polizia Locale, Roberto Curati; il Segretario dell’Associazione Territoriale di Seveso di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, Roberto Ripamonti; il Segre­tario Generale dell’Unione Artigiani di Milano e di Monza e Brianza, Marco Ac­cornero, e la dott.ssa Cristina Ballabio; il Presidente di Apa Confartigianato Cesano Maderno, Paolo Rastellino; la rappresentante della Camera di Com­mercio, Laura Vittani. Il professor Luca Tamini del Politecnico di Milano che ha illustrato lo studio svolto sul territorio.

Obiettivo dell’accordo: pianificare e mettere in campo politiche attive e condivise per il sostegno e la valor­izzazione del commercio locale.

Cesano Maderno, che avrebbe avuto i requisiti demografici e strutturali pre­visti da Regione Lom­bardia (D.G.R. VIII/10397 del 28 ottobre 2009 “Modalità per l’in­dividuazione degli ambiti territoriali distretti del commercio”) per costituire un Distretto Urbano del Commercio (DUC), ha scelto invece un’altra strada, quella di collaborare con i due Comuni territo­rialmente contigui per costituire un Distretto diffuso di rilevanza intercomu­nale (DID) in una logica di regia unitaria per rilanciare l’economia locale, soprat­tutto dopo che l’emergenza sanitaria e il lockdown hanno messo in crisi le attività produttive.
Adesso più che mai c’è bi­sogno di quello scatto in avanti che può arrivare dalla ricerca di nuovi stimoli e dalla condivisione di idee, esperienze, competenze, iniziative.

Il Politecnico di Milano, motore di cono­scenza e innovazione, ha avuto un ruolo chiave, attraverso uno studio condot­to dal professor Luca Tamini e dal dot­tor Giorgio Limonta, un contributo im­portante, per mettere a fuoco criticità e punti di forza del commercio nei tre Co­muni e orientare le scelte future e la di­rezione verso la quale il Distretto Diffuso di rilevanza intercomunale (DID) dovrà muoversi per cogliere nuove opportu­nità, con l’obiettivo di coinvolgere nuovi partner.

Dopo il riconoscimento della Regione, sono già iniziati i passi concreti per pro­grammare iniziative condivise. A breve partiranno dei tavoli di lavoro tra i sog­getti firmatari volti ad iniziare tale per­corso e a promuovere il Distretto stes­so, coordinare gli interventi, coinvolgere nuovi stakeholder, reperire le risorse utili a dare impulso alle attività. Oltre a ciò, si porranno le basi per le prime progettualità, tra le quali una calendarizzazione di eventi sui territori per l’anno corrente e che verranno meglio esplicitati in seguito.

Con il Distretto il commercio vedrà d’ora in poi un “posto fisso” nei programmi delle amministrazioni interessate e una pianificazione certa. Un percorso impegnativo, un progetto di lungo respiro, che comincerà da subito a dare i suoi frutti, anche attraverso il lavoro per partecipa­re ai bandi regionali.
Una bella sfida, da affrontare insieme, guardando avanti e confidando nelle tante competenze e nella creatività del nostro territorio.

M. Violato
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