Ci piace iniziare questo articolo con due citazioni, la prima: quella del nostro amato ex-Presidente della Repub­blica Sandro Pertini che così scriveva: “Dietro ogni articolo della Costituzione stanno centinaia di giovani morti nella Resistenza. Quindi la Repubblica è una conquista nostra e dobbiamo difenderla, costi quel che costi” e la seconda, del giurista e politico Piero Calamandrei: “Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dov’è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove fu­rono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate là o giovani col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione”.

Due esortazioni, un appello, allora e anche adesso sempre attuali, rivolte alle giovani generazioni, ma anche alla nostra nel rispetto e nella gratitudine e riconoscenza verso chi con il suo sacrificio ci ha dato la libertà, in memoria di una storia, quella della Resistenza partigiana, iniziata l’8 settembre 1943 e conclusasi il 25 aprile 1945, che è stata il fondamento della nostra Nazione, uscita devastata dalla sanguinosa Seconda Guerra Mondiale, ma desi­derosa di voltare pagina, nella costru­zione non solo materiale ma anche morale e civile.

L’occasione si presentò quando ventotto milioni d’italiani furo­no chiamati il 2 e il 3 giugno 1946 a stabilire, attraverso una consultazione popolare, cioè un referendum, la forma istituzionale dello Stato, a scegliere cioè tra Repubblica e Monarchia. L’esito fu a favore della Repubblica ed in quella circostanza in Italia le donne votarono per la prima volta.

Riportiamo l’emozione, l’incredulità che provarono le donne quel giorno, quando finalmente si sentirono protagoniste del grande cambiamento!
Ma­ria Lisa Cinciari Rodano scriveva così: “Il cuore mi scoppiava nel petto. Per arrivare a quel giorno avevamo tanto lottato e tanto sofferto e quel 2 giugno ho provato l’emozione più grande. Capivamo che c’era un ruolo, per noi. Che era sacrosanto pretenderlo e agirlo”.

Vogliamo augurare a tutte le donne una buona festa della Repubblica, ricor­dando questo importantissimo even­to, prendendo coscienza del fatto che, secondo quanto scriveva Tina Anselmi, “quando le donne si sono impegnate nelle battaglie, le vittorie sono state vit­torie per tutta la società. La politica che vede le donne in prima linea è politica d’inclusione, di rispetto delle diversità, di pace”.

Oggi noi donne che combattiamo tutti i giorni le difficoltà di questa era piena di conflitti, di disuguaglianze e povertà, dovremmo prendere coraggio e l’esem­pio dal passato, per continuare a difen­dere i diritti del lavoro dei giovani, dob­biamo ricominciare a sognare e credere che le cose possono cambiare, a volte ci scoraggiamo e perdiamo la speranza.

Non dimentichiamo il significato di questo giorno, ricordiamolo alle nostre figlie e ai nostri nipoti!

Mariangela Bolettieri
Ennio Luraschi

Continuando a navigare, accetti l'uso dei cookie per migliorare e personalizzare la tua esperienza di navigazione sul sito