«Ho visto sventolare bandiere alla manifestazione per Attanasio, una speculazione politica!» è stata la seccata reazione del Sindaco nel Consiglio Comunale del 28 settembre, mentre l’opposizione lamentava nuovamente il fatto di non aver ottenuto di poter esporre, sull’edifi­cio del Comune, lo striscione «VERITÀ PER LUCA ATTANASIO», esibito solo sulla piazza e nel solo tempo dell’evento organizzato in città pochi giorni prima del Consiglio.

In quell’occasione sventolava una sola bandiera, quella del Partito Democratico, nessun’altra intorno, oltre naturalmente gli striscioni per Attanasio dell’ANPI.
Una bandiera di partito certo, come ulteriore testimonianza di vicinanza, il simbolo di un partito politico, i cui valori repubblicani costituzionali, sono sembrati assoluta­mente consonanti in quel contesto, cer­tamente non disturbanti.

Se le parole del Sindaco non stupiscono, ossessivo nel rivendicare il corretto ricordo Istituzionale dell’Ambasciatore, «perché noi agia­mo in silenzio, senza clamori», stupisce l’apparente condivisione di quelle stesse argomentazioni da parte anche di con­siglieri dell’opposizione.

L’aver esposto la bandiera però è parte della libertà di manifestazione del libero pensiero ga­rantito dal dettato costituzionale Parte 1 Titolo 1 Artic. 21: «tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensie­ro con la parola lo scritto e ogni altro mez­zo di diffusione» infatti, nessuno, almeno esteriormente, tra il pubblico presente ha manifestato particolari forme di dissenso.

Inopportuno essere lì con una bandiera politica?
Quel soldatino solitario invece avrebbe apprezzato la vicinanza di altre bandiere politiche, una presenza ideale, in una manifestazione più estesa, in fondo si tratta di un Ambasciatore italiano.

Quin­di, simbolo politico inopportuno, perché? Per equilibrismi tattici tra il fare e il poter dire o il dire e il poter fare?

Tra le ragioni possibili bisognerebbe ammettere an­che le debolezze umane e governi istituzionali, siano essi locali regionali o nazionali, che sempre meno cittadini votanti contribuiscono a far nascere e che pos­sono contribuire a creare involontari con­traccolpi di conformismo sociale.

L’osse­quio che prende forma anche quando non richiesto? Sembra di percepire nel corpo sociale un lento ma inesorabile annullamento del pensiero critico che rafforza le veline del potere dominante e l’isolamento delle persone erodendo finanche il desiderio di partecipazione.

Sono necessarie alcune considerazioni sullo striscione “verità e giustizia per Luca Attanasio” che il Sindaco, che agisce in silenzio senza clamori, ha di fatto confinato a terra contro il desiderio dei parte­cipanti alla manifestazione che avrebbero gradito vederlo stendersi in alto nell’azzur­ro del cielo, sull’edificio del comune, me­mento quotidiano per ogni passante di labile memoria.

Nel rispetto dell’uomo, del limbiatese, dell’Ambasciatore quella del 16 ottobre è stata una manifestazione di ricordo e testimonianza ben riusci­ta, viva nei colori di Attanasio, intensa e partecipata, nella speranza che giustizia possa essere finalmente fatta nel nome di Luca, prima di tutto, della sua famiglia e dei suoi genitori, il resto sono voci nel vento di “Answer is blowing in the Wind”.

Roberto Tosi

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