Principali proposte e azioni

  • Introduzione di un tetto al prezzo dell’energia grazie al disallineamento tra prezzi dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili e prezzi del gas
    • A livello europeo per arrivare a dissociare in modo definitivo e strutturale in tutto il mercato unico UE l’energia prodotta da fonti rinnovabili da quella prodotta da fonti fossili. Questo rimane il nostro obiettivo principale per evitare qualsiasi distorsione generata da misure esclusivamente nazionali.
    • A livello nazionale, in attesa di un accordo a livello UE, per affrontare la prossima stagione termica. Vogliamo introdurre in via transitoria per 12 mesi un controllo dei prezzi dell’energia elettrica, attraverso la fissazione di un tetto nazionale al prezzo dell’elettricità (100 euro/MWh) per imprese e utenze domestiche, applicando a livello nazionale il disallineamento tra prezzi dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili e prezzi del gas. In questa versione nazionale, saranno previsti meccanismi di contrasto e disincentivo a possibili manovre speculative e/o di vantaggio indebito.
  • Un nuovo contratto “bolletta luce sociale” per microimprese e famiglie con redditi medi e bassi con fornitura elettrica prodotta totalmente da fonti rinnovabili e gratuita fino ad un massimo di 1.350 KWh/anno per famiglia (pari al 50% del consumo medio), con prezzi comunque calmierati sulla parte eccedente.
  • Raddoppio del credito d’imposta per compensare per gli extra-costi delle imprese per gas e elettricità a partire dal mese di giugno di quest’anno (dal 25 al 50 per cento per le imprese energivore e gasivore; dal 15 al 30 per cento per le altre imprese), da finanziare con la proroga e l’estensione del contributo straordinario sugli extra profitti delle imprese energetiche.
  • Un grande piano nazionale di risparmio energetico, incentivando gli investimenti delle imprese in efficienza energetica e ulteriore semplificazione delle procedure per la produzione di energia da fonti rinnovabili nel quadro dell’accelerazione della transizione ecologica che rappresenta un punto centrale del nostro programma.

CARO VITA
Principali proposte e azioni

  • Taglieremo il cuneo fiscale per aumentare gli stipendi netti fino a una mensilità in più, con l’introduzione progressiva di una franchigia fino a 1.000 € sui contributi INPS a carico dei lavoratori dipendenti e assimilati (a invarianza di computo ai fini pensionistici), destinando a tale scopo il recupero di evasione fiscale fissato come obiettivo dal PNRR entro il 2024.
  • Approveremo un aumento del valore e della platea delle pensionate e dei pensionati beneficiari della cosiddetta “quattordicesima” per rafforzare le tutele di fronte al carovita.
  • Incentiveremo il rinnovo dei CCNL scaduti, tramite meccanismi di defiscalizzazione e decontribuzione degli aumenti salariali.
  • Innalzeremo in maniera strutturale da 258 a 516 euro il tetto delle esenzioni per il welfare aziendale (fringe benefit).

Italia 2027: la nostra visione

L’aumento del costo della vita, causato dalle conseguenze della pandemia e dalla crisi energetica sta mettendo in seria difficoltà le famiglie e le imprese del nostro Paese.

Crescono i prezzi dei carburanti e delle materie prime, aumentano le bollette, la spesa è più cara, per molte famiglie è sempre più difficile arrivare alla fine del mese. In questo contesto il prezzo maggiore lo sta pagando chi già si trova in difficoltà, chi già fa fatica a gestire le spese della vita quotidiana o dell’attività d’impresa.

Da Agosto 2021 il prezzo del gas è aumentato del 1100% in un anno. Secondo Arera dal prossimo ottobre le bollette aumenteranno ulteriormente, di oltre il 100% rispetto all’ultimo trimestre. Senza un intervento articolato, capace di coniugare risposta immediata e visione di lungo periodo, caro energia e inflazione rischiano di frenare la crescita economica del nostro Paese, aggravare le disuguaglianze e aprire una profonda crisi sociale.

Continueremo la nostra azione a livello europeo per determinare un accordo europeo sul tetto al prezzo del gas e una ridefinizione del meccanismo di formazione dei prezzi in modo da disaccoppiare il prezzo del gas da quello dell’elettricità. Siamo convinti che solo una dimensione europea può contrastare credibilmente e stabilmente le speculazioni in atto sul gas.

In attesa di un accordo a livello UE, vogliamo essere i più netti e i più coraggiosi nel fronteggiare questa sfida, per evitare che a pagarne il prezzo siano ancora le famiglie e le imprese, paralizzando il paese. Per questo, proponiamo l’introduzione, in via transitoria per 12 mesi, di un regime di prezzi amministrati per l’energia elettrica fissando un tetto nazionale al prezzo dell’elettricità (100euro/Mwh) per imprese e utenze domestiche, riconoscendo ai produttori una remunerazione maggiore per la sola energia prodotta da gas. Questo meccanismo transitorio non andrà a compromettere le dinamiche di mercato ma consentirà di evitare che alcuni operatori godano di rendite di posizione, una sorta di calcolo degli extraprofitti “ex ante” e non “ex post” come avviene oggi. Oggi il prezzo dell’energia prodotta dagli impianti “non a gas” (solare, eolico, idroelettrico, carbone, geotermico, ecc.) è comunque definito dal prezzo del gas a cui è agganciato. Nonostante, quindi, molte di queste fonti, in particolare quelle rinnovabili, abbiano costi di produzione diversi, il loro prezzo viene allineato a quello del gas. L’obiettivo del meccanismo proposto è quello di introdurre un “tetto al prezzo dell’energia elettrica” per evitare che gli impianti “non a gas” continuino a godere di un ombrello di prezzi (quindi di rendite) legato all’aumento del prezzo del gas dal quale loro sono immuni dal lato dei costi. In questa versione nazionale del tetto al prezzo dell’energia, saranno previsti meccanismi di contrasto e disincentivo a possibili manovre speculative e/o di vantaggio indebito.

Il nostro obiettivo principale rimane, come detto, l’istituzione di un tetto al prezzo del gas a livello europeo e il disaccoppiamento tra il prezzo del gas e quello dell’elettricità. Tuttavia, crediamo che questo meccanismo transitorio a livello nazionale per gestire l’immediata emergenza attuale e della prossima stagione termica possa comunque rappresentare un modello da replicare a livello europeo per un nuovo sistema di mercato UE dell’energia in cui vengano dissociate in modo definitivo fonti rinnovabili e fonti fossili. Anche in altri paesi dell’Unione si è aperta questa discussione che non può più essere rinviata.

Per il caro energia, proponiamo, poi, una serie di altre misure articolate: dall’introduzione di un contratto “bolletta luce sociale” per famiglie e micro-imprese al raddoppio del credito d’imposta per compensare gli extra costi energetici per le imprese a partire dal mese di giugno di quest’anno e vogliamo accelerare su un programma credibile di investimenti per raggiungere l’obiettivo di 85GW di rinnovabili in più in Italia entro il 2030, dal momento che il costo delle energie rinnovabili, oggi legato a quello del gas, possa essere disallineato e agire da meccanismo calmierante dei prezzi dell’energia.

Il nuovo contratto “bolletta luce sociale” per micro-imprese e famiglie con redditi medi e bassi è basato su un’offerta di energia da fonti rinnovabili a prezzi inferiori a quelli di mercato gestita dalla società pubblica Acquirente Unico:

  • acquisto aggregato di energia elettrica da parte di Acquirente Unico a condizioni commerciali favorevoli con contratti di lungo periodo da produttori di rinnovabili e comunità energetiche beneficiarie di contributi pubblici;
  • messa a disposizione dell’energia elettrica a prezzi inferiori a quelli di mercato per famiglie a reddito medio e basso: gratuita con sovvenzione pubblica fino ad un massimo di 1.350 KWh/anno per famiglia, pari al 50% del consumo medio; a prezzi calmierati sulla parte eccedente).

Vogliamo rendere operative le misure di “Electricity Release” (con il rilascio di almeno 25 TWh di energia a prezzi calmierati e l’impegno dei settori manifatturieri ad investire in capacità di produzione equivalente con priorità di accesso alle aree idonee) e “Gas Release” (attribuendo priorità all’utilizzo delle risorse nazionali di gas) previste dall’art. 16-bis del Decreto Legge 17/2022.

Inoltre, per compensare gli extra-costi energetici delle imprese, proponiamo il raddoppio dal terzo trimestre di quest’anno (dal 25 al 50 per cento per le imprese energivore e gasivore; dal 15 al 30 per cento per le altre imprese) e la proroga per il quarto trimestre 2022 dei crediti d’imposta per i consumi di energia e gas delle imprese, da finanziare con la proroga e l’estensione del contributo straordinario sugli extra profitti delle imprese energetiche.

Vogliamo, ancora, introdurre, sulle linee del modello tedesco, una misura di parziale compensazione per le imprese energivore dei costi di emissione indiretti in base all’ETS (il sistema di scambio di quote di emissione della UE), con il vincolo per le imprese beneficiarie di adottare misure di efficientamento energetico e di aumento della quota di consumi da fonti rinnovabili.

Vogliamo prevedere l’estensione a tutta Italia del credito d’imposta per l’efficienza energetica delle imprese, introdotto dall’art. 14 del DL 17/2022, per incentivare gli investimenti mirati ad ottenere una migliore efficienza energetica ed a promuovere la produzione di energia elettrica derivante da fonti rinnovabili. Il credito d’imposta è pari al 45% per le piccole imprese, al 35% per le medie e al 25% per le grandi.

A queste misure, più in prospettiva, vogliamo affiancare la promozione di un piano di abbattimento dei consumi energetici nel settore pubblico e accelerare l’adozione dei provvedimenti attuativi per sviluppare le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), gruppi di soggetti (PMI, enti locali, enti del terzo settore, privati cittadini) che si associano creando una rete locale di impianti che genera e condivide energia da fondi rinnovabili.

Dal punto di vista del reddito, proponiamo un piano per difendere il potere d’acquisto delle famiglie, impedendo subito che il peso maggiore di questa crisi pesi sulle spalle dei più deboli. Lo faremo con un intervento per dare una mensilità in più ai lavoratori attraverso un taglio strutturale del cuneo fiscale e attraverso l’aumento del valore e della platea delle dei pensionati beneficiari della “quattordicesima”. Gli incentivi al rinnovo dei CCNL scaduti e al welfare aziendale rappresentano altri interventi di sostegno ai lavoratori.

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